sabato 6 novembre 2010

Guadagnare dalla morte di un figlio è vergognoso

Questo articolo lo avevo pubblicato un anno fa in un altro sito; lo ripropongo perché credo sia ancora attuale visto il bailamme di Avetrana.

Erba - I coniugi "Romano" sono stati condannati all'ergastolo, tutto secondo copione. Forse sono solo normali assassini, forse sono pazzi, di certo, dato che è stato accertata la loro colpa, sono freddi, spietati e privi di scrupoli e umanità, visto che una delle vittime era un bimbo che nulla aveva a che fare con i "litigi fra vicini" (movente accertato dalla Corte). Va tutto bene così? No, le parole pronunciate in diretta a SKY 24 dall'avvocato di Azouz Marzouk, marito, padre e genero, di tre delle vittime, non mi sono andate per nulla a genio. Forse voleva solo lanciare un sasso nello stagno o tacitare qualche cronista. Di certo ha dichiarato che il suo cliente era certo della colpevolezza dei due nonostante la visita di uno sconosciuto a casa dei suoi genitori. Questo far sapere all'opinione pubblica che qualcuno ha detto a sua madre ed a suo padre che gli assassini non sono i coniugi "Romano" è alquanto strano. Chissà se Azouz dice la verità?

Ricordo la sua faccia a pochi mesi dall'accaduto, la sua voglia di diventare una "macabra star", il farsi facilmente convincere ad entrare nella "scuderia" diretta dal maestro dei "paparazzi". Niente di illegittimo, per carità, ma sfruttare la morte del proprio figlio per far soldi è vergognoso! Quindi, caro avvocato, la prossima volta che avrà un siffatto cliente cerchi di convincerlo che è meglio mangiare "pane e cipolla" piuttosto che pubblicizzarsi sullo schermo e cercare soldi facili. Chi ci dice che le sue parole non siano state pronunciate per convincere qualche giornaletto ad andare, con telecamera e denaro contante, nel carcere dove sta scontando la "pena" comminatagli per spaccio? E fa "pena" pensare che ad uno così si dia ancora credito.

Oltre a questo, spettabile avvocato, nessuno mette in dubbio la legittimità della Corte, tanto meno la sentenza, ed ha sbagliato nel dichiarare che l'opinione pubblica si sta dividendo in tifoserie; è come dare per certo che durante il processo non si sia trovata la prova della colpevolezza. Nessuno si sognerebbe mai di tifare per Olindo e Rosa! Sempre che non ci sia qualcuno interessato, qualcuno a cui fa comodo creare un caso mediatico che tenga gli occhi dei telespettatori, e soprattutto le loro menti, incollate allo schermo per convincerle, più che dell'innocenza o della colpevolezza, che un panettone è meglio dell'altro, che una bambola fa più pipì di un'altra. Certo è che la magistratura, negli anni, sbagli ne ha fatti, ed ancora di certo ne farà, ma i gradi di giudizio sono ben tre, tempo per discolparsi ce né eccome! Però, almeno io, prego Dio affinché questa volta sia il silenzio a farla da padrone. Niente salotti divisi tra innocentisti o colpevolisti, niente facce buffe a convincere il telespettatore che la loro idea è quella giusta. Nessuno vuole fare il tifo per gli assassini del piccolo Youssef, ma parlarne in televisione, sia pure in senso negativo, è un modo come un altro per creare "tifoserie organizzate"; la gente seria chiede solo chiarezza e giudizi sereni. Ed allora facciamola giudicare serenamente la prossima Corte, senza i condizionamenti mediatici. Mandate Vespa e Mentana, ad oggi anche Sottile e Vinci, in ferie! La mente dei giudici, le carte, i testimoni, l'accusa e la difesa, bastano e avanzano per un buon giudizio! Il resto è aria malata, è solo sporca pubblicità. Intervallare i programmi in cui si parla di un bimbo ucciso con gli spot che hanno Cicciobello in primo piano è frutto di cattivo gusto. Per questo io cambio canale quando mi accorgo che il livello viene superato, ai miei figli il regalo di Natale l'ho già comprato.



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