sabato 6 novembre 2010

Storie di ordinaria sfortuna

La prima storia riguarda un giapponese di nome Tsutomu Yamaguchi, morto da poco a 94 anni. Non ci crederete ma era l’unica persona del pianeta ad essere sopravvissuto a due bombe atomiche. E' da notare il fatto appurato, e diventato storia, che ne sono esplose solo e soltanto due. 
Tsutomu Yamaguchi
Durante la seconda guerra mondiale Yamaguchi era un progettista di petroliere per i cantieri navali Mitsubishi di Nagasaki. Il 6 Agosto 1945 si trovava ad Hiroshima, in trasferta ai cantieri locali. Quella mattina, avendo finito il lavoro, doveva tornare nella sua città, per questo si era diretto verso la stazione, doveva salire sul treno per Nagasaki. Alle 8,15 fu scagliato a terra dall’esplosione. Rimase ustionato ma sopravvisse. Il giorno dopo, nonostante le ferite, si fece dimettere e vide Hiroshima rasa al suolo.
La mattina del 9 Agosto, puntuale come lo sono solo i giapponesi, era nell'ufficio di Nagasaki. Il suo capo pensò fosse matto quando raccontò a tutti che una sola bomba aveva distrutto Hiroshima. Il tempo sembrava tranquillo, e lo fu fino alle 11,02 quando Yamaguchi si ritrovò di nuovo scagliato a terra da un’esplosione atomica. 
In entrambi i casi era nel raggio dei tre chilometri dall’epicentro, ed in entrambi i casi se la cavò senza subire contraccolpi dalle radiazioni. Fortuna o sfortuna?

La seconda riguarda Roy Cleveland Sullivan. La sua storia è tanto semplice quanto terrificante. Roy lavorava nel parco nazionale della Virgina quando, nel 1942, venne sorpreso sulla torre di guardia antincendio da un violento temporale e fu colpito da un fulmine in una gamba; perse il pollice del piede e l'unghia di un altro dito. Niente di tanto speciale, capita di essere colpiti da un fulmine. 
Nel 1969, mentre guidava su una strada di montagna, un altra saetta s'infilò nella sua auto. Perse conoscenza e si risvegliò senza le sopracciglia. Evvabbeh, a lavorare nei boschi può accadere che due fulmini si abbattano sul tuo corpo.
Nel 1970, un anno dopo la seconda fulminazione, una saetta lo colpì alla spalla sinistra mentre si trovava nel suo giardino. Eh no, fino a che sei nei boschi va beh, ma a casa... c'è da perderci la testa! Infatti iniziò ad impazzire credendo fortemente che qualche entità superiore stesse cercando di ucciderlo.
E forse era vero perché nell'anno successivo, il 1972, ci fu la quarta scarica elettrica. In quell'occasione era all'interno di una stazione forestale e si trovò la testa incendiata. Da quel giorno smise di stare all'esterno, poi si convinse ad uscire ma solo portandosi appresso uno spruzzino di acqua antincendio.
Roy Sullivan
Aveva paura e faceva bene ad averla perché qualche mese dopo, nell'agosto del 1973, un altro fulmine lo sorprese dentro la sua auto catapultandolo fuori dall'abitacolo ed infiammandogli nuovamente la testa. L'evento più incredibile, però, fu la sesta scarica. Era il 5 Luglio 1974, Roy e si trovava in un campo da golf quando si accorse di una nuvola nera nel cielo. Preso dal terrore, e dalla convinzione che questa lo stesse braccando, fuggì correndo a più non posso e suscitando l'incredulità e le risate di tutti i presenti. Stava arrivando al coperto quando dalla nuvola gli si scaricò addosso un fulmine che gli compromise gravemente una caviglia. L'ultima folgorazione, la settima, risale al 1977, Roy stava pescando e la saetta neppure passò dalla canna da pesca, andò direttamente su di lui. Ustioni alla cassa toracica ed allo stomaco. 
Non lo avrebbe ucciso nessuno l'inaffondabile Roy Sullivan. Ed infatti decise da solo di morire. Nel 1983, a settantun anni, in seguito ad una delusione amorosa si sparò un colpo di pistola alla tempia. Cosa dire?

La terza non è una storia ma un insieme di episodi che potremmo anche definire avventure. Parliamo di un croato, Frane Selak, un insegnante di musica ormai, purtroppo per lui, famoso nel mondo. Tutto cominciò nei primi anni sessanta...
Nel Gennaio 1962 Selak stava viaggiando su un treno diretto a Dubrovnik. Sfortunatamente il treno deragliò improvvisamente precipitando in un lago ghiacciato. Riuscì ad uscire dal vagone ed a raggiungere la riva cavandosela con qualche frattura ed un principio di assideramento. I morti furono 17.
L’anno seguente, mentre andava da Zagabria a Rijeka, la porta dell’aeroplano sul quale viaggiava si aprì inspiegabilmente. Diciannove persone morirono. Frane, miracolosamente, atterrò su una balla di fieno e non si fece praticamente nulla.
Nel 1966 si trovava a bordo di un autobus che ad una curva non curvò e precipitò in un fiume; quattro persone morirono, Selak anche questa volta riuscì ad uscirne illeso.
Nel 1970 si accorse per miracolo che la pompa della benzina s'era rotta e perdeva carburante, riuscì ad uscire dall'auto un istante prima che si incendiasse.
Nel 1973 un’altra sua auto prese fuoco; Selak si bruciò parte dei capelli mentre l’incendio si spegneva incredibilmente da solo grazie ad una raffica di vento.
Nel 1995 venne investito, mentre attraversava la strada sulle strisce pedonali, da un autobus cittadino; ancora una volta i danni furono lievi.
Frane Selak
Nel 1996 si trovava in una località di montagna; in prossimità di un tornante venne costretto a sbandare da un camion delle Nazioni Unite in arrivo dalla direzione opposta. La sua auto si ritrovò sul ciglio del burrone ma lui anche stavolta riuscì, aggrappandosi ad un albero, ad uscire dalla vettura, poi esplosa, pochi istanti prima che cadesse nel precipizio profondo 150 metri.
La conclusione della sua vita però è,  forse, felice. Nel 2003, ormai anziano, ha vinto un milione di dollari alla lotteria croata. In quella circostanza ha affermato: ”Sono sicuro che Dio mi ha osservato da lassù in tutti questi anni."
Nonostante abbia dichiarato che Dio l'osservava, e lo proteggeva, ha rifiutato di volare in Australia per registrare uno spot pubblicitario a pagamento, asserendo che non ha bisogno di mettere alla prova la sua fortuna. 
Selak afferma che può essere considerato sia l’uomo più fortunato che quello più sfortunato del mondo. Ogni opinione è buona, sta a noi decidere. 

 La quarta storia è quasi banale. Un uomo, Vincenzo Del Tiglio, ha cercato di uccidersi gettandosi dal treno in corsa. Lo hanno salvato alcuni passeggeri e gli agenti di polizia ferroviaria. Il miracolato ha dichiarato: Sono proprio sfortunato, non ho lavoro e mia moglie mi ha lasciato, la vita non ha più senso e non riesco neppure a suicidarmi. Gli agenti a questo punto lo hanno rincuorato: Coraggio, non è poi così sfortunato, non ha senso morire. Venga a prendere un caffè con noi. 
Dopo il caffè tutti in ufficio per compilare, come vuole la prassi, due righe di rapporto perché il poveretto non aveva il biglietto. Nome, cognome, data di nascita e indirizzo, una cosa semplice. Solo che quel rapporto ha fatto scoprire che Vincenzo Del Tiglio era ricercato per un furto commesso a Pescara l'anno prima. Così, nonostante il caffè e le parole di conforto, è finito in carcere in attesa del processo.

Quattro storie di ordinaria sfortuna, quattro storie che nessuno vorrebbe mai vivere.


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